PENSIONE SI’, MA ATTIVA

Il mercato ha bisogno di talenti senior. A dirlo sono gli esperti di recruiting italiani. Del resto per sostenere e decifrare la complessità dei mercati di oggi e del futuro la competenza e l’ esperienza dei senior sono risorse necessarie.
Ecco perché rappresentano una marcia in più per aziende alle prese con la gestione di trasformazioni sempre più ravvicinate.
In questo nuovo quadro anche la pensione può cambiare pelle e diventare  «una pensione “attiva”», ha detto Cetti Galante, Amministratore delegato di Intoo al Sole24Ore. «E’ in questa direzione che dovremmo andare, non verso il pensionamento anticipato con l’obbligo di non lavorare come si è fatto finora». Per andare in questa direzione è necessaria una rivisitazione  delle politiche attive, «che dovrebbero considerare anche gli interventi a favore di questa fascia anagrafica, fuori da una logica meramente assistenziale», ha spiegato Galante.

Va disegnato un nuovo welfare

Questo non significa bloccare l’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni, ma disegnare un approccio al mercato adeguato agli uni e agli altri, «perché oggi il problema più rilevante del mercato del lavoro è il reperimento delle figure professionali: facciamo uscire chi ha maturato una competenza e poi ci mancano i professionisti, vecchi o giovani che siano», commenta Galante.

Secondo Intoo due sono le scelte che un cinquantenne dovrebbe prendere in considerazione: decidere di restare in azienda e con lei programmare un piano di welfare adeguato per la gestione attiva del pensionamento, che vuol dire andare in pensione ma continuare a dare un contributo, come collaboratore. Oppure decidere di uscire dall’azienda e diventare un libero professionista o un consulente partita Iva, all’interno di una società o avviando un’attività per conto proprio.

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