BENEFIT, MEGLIO I PIANI DI PENSIONAMENTO CHE LO SMART WORKING

Gli Italiani non hanno dubbi, quando si parla di benefit allo smart working preferiscono un piano di pensionamento. A evidenziarlo è la rilevazione annuale Benefit Trends Survey di Wtw, società internazionale specializzata nella consulenza per la gestione del rischio e per la crescita e il benessere delle persone.

Poter contare su un dignitoso futuro pensionistico, infatti, occupa la prima posizione tra i benefit desiderati dai dipendenti, seguito da lavoro flessibile (smart working, 45%), percorsi di carriera e sviluppo (34%), prestazioni sanitarie (33%) e benefit assicurativi (27%).

POCHE AZIENDE PENSANO AL WELFARE

Peccato che nelle aziende, a oggi, il  futuro pensionistico dei lavoratori è fra gli ultimissimi elementi su cui focalizzarsi (11%), seguito solo dall’implementazione di misure di sostegno economico di breve termine (8%).

Ma se si sposta lo sguardo nel medio periodo le prospettive cambiano. Nei prossimi due anni, infatti, circa il 40% delle aziende coinvolte nella ricerca dichiara di voler migliorare la propria offerta di benefit in questi due ambiti.

«La previdenza pubblica potrebbe arrivare a coprire solo il 50% dell’ultimo stipendio dei lavoratori delle nuove generazioni. E il quadro si fa ancora più nero se pensiamo alle lavoratrici madri e donne sul cui futuro pensionistico intervengono negativamente retribuzioni mediamente più basse e la scelta del part-time come soluzione per gestire i carichi di cura», ha spiegato ai media Teresa Mallardi, Senior Associate Health & Benefits di Wtw Italia. «Il ricorso alla previdenza complementare, dunque, rappresenta un’opzione imprescindibile per garantirsi una vecchiaia dignitosa e le aziende possono fare tanto in questa direzione sia educando le proprie persone, sensibilizzandole sull’importanza di fare scelte oculate all’inizio della propria carriera, quando l’attenzione per i temi legati al welfare è piuttosto bassa, sia garantendo tramite accordo, regolamento aziendale condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dalla contrattazione collettiva».

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