E’ TEMPO DI RIPENSARE LA PENSIONE

(Immagine di gpointstudio su Freepik)

Tra datori di lavoro e dipendenti over60 è tempo di stringere nuovi accordi. A dirlo sono i numeri. Entro la fine di quest’anno, infatti, tutti i baby boomer avranno superato i 60 anni. I datori di lavoro sono sempre più consapevoli che ogni dipendente che va in pensione comporta una perdita di competenze preziose, esperienze e reti di contatti e cultura aziendale. Anche perché in Germania, Giappone e Italia i lavoratori dai 55 anni in su oggi rappresentano un quarto o più della forza lavoro. Non solo. Uno studio di Bain & Company prevede che, entro il 2030, 150 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo saranno appannaggio di lavoratori over 55.

Cambiamenti che si inseriscono in una più generale e rilevantissima trasformazione della vita delle persone e del significato di “invecchiamento” e dell’ “andare in pensione”. Tra gli americani dai 65 anni in su, 71 su 100 dicono che il periodo migliore della loro esistenza non è nel passato, ma è quello che stanno vivendo o devono ancora vivere. E 83 su 100 dicono che sentirsi “utili” per loro è più importante di sentirsi “giovani”. E questo vale anche per i lavoratori europei. Lavorare più a lungo, quindi, può contribuire a farli sentire l’una e l’altra cosa. 
Non a caso quasi il 60% delle persone che sono in pensione o prossime ad andarci afferma di contemplare l’idea di lavorare durante la pensione: è una percentuale che include circa 20 milioni di pensionati con meno di 75 anni. Per iniziare a pensare ai lavoratori più anziani e ai pensionati come un grande, versatile e prezioso bacino di manodopera, però, vanno prima di tutto superati gli stereotipi sull’invecchiamento. Solo dopo aver compiuto questo importante passo sarà possibile per le organizzazioni iniziare a progettare meccanismi lavorativi flessibili per coinvolgere dipendenti esperti (e in generale individui di talento).

Tre aspetti di flessibilità

Flessibilità che, per Ken Dichtwald, fondatore e amministratore delegato di Age Wave e autore di un interessante articolo scritto sulla prestigiosa Harvard Business review, deve esprimersi in tre modi.
Il primo è la tempistica. Alla maggior parte dei lavoratori dipendenti vicini alla pensione piacerebbe ridurre progressivamente il carico di ore e la maggior parte dei lavoratori dipendenti è interessati a continuare a lavorare una volta in pensione cerca posizioni a tempo parziale o con orario flessibile: questo consente ai datori di lavoro di attingervi in situazioni di picco di domanda o quando c’è bisogno di un’esperienza specifica.

Il secondo aspetto è il luogo di lavoro. Come i dipendenti di tutte le età, anche quelli più anziani apprezzano i vantaggi del lavoro agile. Ma alcuni studi fatti in materia hanno scoperto che apprezzano anche la socialità associata al lavoro in presenza e spesso sono felici di lavorare in ufficio, quando necessario.

Il terzo aspetto sono i benefit. I dipendenti anziani necessitano e gradiscono indennità appropriate per la loro fascia d’età, per esempio quelle legate alle cure e alla programmazione della pensione. I pensionati che lavorano part-time non sono particolarmente interessati ai congedi retribuiti, mentre danno grande importanza all’assicurazione sanitaria (in aggiunta a quella garantita dallo Stato con il programma Medicare) e all’assicurazione per le cure odontoiatriche (che il Medicare non copre interamente). Alcune organizzazioni hanno cominciato a offrire brevi congedi per i dipendenti che diventano nonni. Offrire queste indennità manda ai lavoratori anziani un segnale importante, perché mostra che l’organizzazione si preoccupa delle cose a cui tengono di più.

L’esempio di Swiss Re

Swiss Re, colosso mondiale delle riassicurazioni, per esempio, un decennio fa ha lanciato il programma Own the Way You Work  tramite il quale ai dipendenti viene lasciata ampia autonomia di decidere come, quando e dove svolgere il loro lavoro, purché rispettino gli impegni nei confronti di clienti e colleghi (e ottemperino alle leggi, alle normative e ai regolamenti). Molti, compresi quelli che si avvicinano alla pensione, beneficiano di meccanismi flessibili, come la possibilità di lavorare da casa, comprare ferie annue supplementari o lavorare part-time.

Oltre a questo, l’azienda supporta le transizioni personalizzate verso la pensione. Dai dipendenti più anziani ci si aspetta non soltanto che condividano le loro conoscenze facendo da mentori o da coach, ma anche che imparino dai loro colleghi e continuino a crescere professionalmente.

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