LA SETTIMANA LAVORATIVA CORTA E’ IL NUOVO MUST HAVE

(Fotografia Freepik)

La settimana lavorativa di 4 giorni sta diventando un tema caldo anche in Italia dove è già stata adottata da alcune aziende del calibro di Banca SanpaoloLuxottica Lamborghini. Ovviamente questo non significa lavorare meno, piuttosto distribuire il carico di lavoro in modo diverso, aumentando le ore di lavoro giornaliero, anche grazie all’ ottimizzazione del tempo, eliminando per esempio alcune riunioni e call spesso inutili. E l’idea sembra piacere agli italiani, come ha evidenziato uno studio firmato da ADP, in base al quale, su circa 2mila lavoratori italiani, il 56% sarebbe disposto a passare alla settimana lavorativa da 4 giorni, portando a 10 ore l’impegno di lavoro giornaliero, così da ottenere un miglior work life balance. E il 35% sarebbe disposto a ridursi lo stipendio pur di ottenere un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Sperimentazioni vincenti in Uk

Ma le aziende sono pronte a questo passo?  Certo si tratta di un grande cambiamento, che richiede un’ organizzazione di base perfettamente funzionante, dai manager fino ai responsabili HR, ma anche del dipendente stesso. Inoltre la trasformazione necessita di una valutazione approfondita del settore in cui l’azienda opera e una precisa analisi di come i clienti interagiscono con i dipendenti dell’azienda stessa.

Ma indubbiamente la formula sembra funzionare. Stando a una survey condotta in UK su un campione di 61 aziende dove la settimana corta è stata attivata per un periodo di sei mesi, l’impatto della riduzione dell’orario di lavoro sulla  produttività e sul benessere dei lavoratori è stato più che positivo. La formula più adottata dalle imprese è stata quella che vede la conservazione della retribuzione al 100% per l’80% del tempo, con l’obiettivo di mantenere il 100% di produttività. E i risultati sono stati positivi: le entrate sono aumentate del 35% durante i periodi di prova rispetto a periodi simili dell’anno precedente e sono cresciute anche le assunzioni mentre l’assenteismo è diminuito. Anche la salute e il benessere dei dipendenti sono migliorati, con aumenti significativi osservati nella salute fisica e mentale, nel tempo trascorso nell’esercizio fisico e nella soddisfazione generale della vita e del lavoro. E i tassi di stress, burnout e affaticamento sono calati. Effetti positivi pure sul fronte ambientale, con il tempo di spostamento diminuito di mezz’ora a settimana nell’intero campione.

E in Italia? Ci vuole ancora del tempo per verificare l’impatto dei 4 giorni lavorativi sulle nostre imprese, ma  gli esperti non hanno dubbi: se i datori di lavoro sapranno muoversi in sinergia con i propri team leader e direttori HR, organizzando al meglio il passaggio alla nuova modalità operativa, sicuramente i risultati saranno più che positivi sia per le aziende, sia per i lavoratori.

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