NON E’ NECESSARIO ESSERE IL CAPO PER ESSERE LEADER

Matt Mayberry, esperto americano di leadership e cambiamento culturale, conosciuto a livello internazionale, in un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa Harvard Business Review, ha sottolineato che non è necessario essere un capo per essere un leader e non c’è nulla di più vero.
I migliori leader non aspettano che arrivi una promozione per iniziare a esserlo. Anche perché, come dice Mayberry, la leadership sul lavoro è una competenza, una skill. In particolare è la capacità e il desiderio di accettare la responsabilità della propria carriera il che implica avere una visione che avvantaggia non solo se stessi, ma la propria organizzazione e i propri colleghi.

Dare valore aggiunto all’azienda

Dunque è necessario cambiare prospettiva e mentalità. Ciò non significa smettere di pensare alla propria carriera personale ma farlo avendo ben presente anche i membri del proprio team.
I leader autentici, infatti, sanno che il loro livello di successo è direttamente proporzionale al valore che sapranno aggiungere alla propria organizzazione. Per questo è importante coltivare le proprie competenze, migliorarle di giorno in giorno. Ma sarà altrettanto strategico analizzare i propri punti deboli per trasformali in punti di forza. Senza trascurare quelle che gli esperti chiamano soft skill, come l’empatia, la capacità di entrare in contatto con gli altri, fondamentale per creare connessioni autentiche.
Perché oggi il come si comunica è ancora più importante di cosa si comunica.   Basti pensare a quante volte siamo rimasti impressionati dal discorso di qualcuno che ha saputo veicolare il suo messaggio in modo coinvolgente ed empatico. Saper comunicare bene aumenterà la nostra capacità di influenzare gli altri e darà maggior spinta alla nostra carriera.

Sìì vulnerabile e autentico

Ma oltre all’empatia ci sono altre due caratteristiche che fanno di una persona un leader autentico: la vulnerabilità e l’autenticità.

Il che significa aprirsi ed essere onesti su quello che ci sta succedendo con chi ci circonda perché questo aiuterà gli altri a relazionarsi con noi. In un mondo in cui tutti cercano di impressionare gli altri e proiettano un’immagine che non riflette chi sono veramente, spicca l’autenticità radicale. Dunque essere se stessi fa la differenza. Tradotto in pratica questo significa non temere di dedicare qualche minuto a una conversazione con i colleghi per condividere qualcosa di cui si è entusiasti o un sogno, un obiettivo futuro. Certo è  importante stabilire dei limiti per evitare l’eccessiva condivisione, ma comunicare di più su ciò che è importante per noi e chiedere agli altri di fare lo stesso può essere un potente meccanismo per guidare interazioni autentiche.

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