IL RISVEGLIO DELL’ECONOMIA DEL SONNO

Chi dorme non piglia pesci. Il famoso detto popolare ha acquistato una valenza scientifica. Stando ai dati di una ricerca condotta dall’associazione no profit Rand Europe, dormire il giusto tempo e bene aiuta la produttività e spinge l’economia di interi Paesi.  Secondo lo studio Why Sleep Matters – The Economic Costs of insufficient sleep, che ha incrociato i dati dei datori di lavoro associandoli alle ore di sonno dei lavoratori di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania e Giappone, dormire meno di sei ore per notte può provocare seri danni perché la diminuzione della produttività si traduce in maggiori costi per le aziende.  A confermare la tesi  anche un altro studio condotto alcuni anni fa su compagnie di diversi settori, in base al quale il dipendente tipo, in proporzione al suo stipendio, può costare circa 1.200 dollari a causa della mancanza di sonno, cifra che arriva a 3 mila in caso di sonno davvero insufficiente o di insonnia. Il lavoratore povero di sonno ha una prestazione inferiore rispetto a un altro, nella stessa posizione, che dorme bene. A questo vanno aggiunti poi lo stress e altri fattori. Inoltre, chi non ha una buona qualità del sonno è più propenso a darsi malato, a mancare tutta o metà giornata, ad addormentarsi sul lavoro, a commettere errori amministrativi, a farsi male o ammalarsi anche per lungo tempo e questo ha un costo anche in termini di assistenza sanitaria: circa 5mila dollari all’anno in più.

Cambia la percezione del sonno nel business

E ora che sempre più professionisti tornano in ufficio e i datori di lavoro spingono modelli operativi pre -pandemia, il problema della mancanza di sonno e delle sue conseguenze torna in primo piano. Non è un caso che stia aumentando la cosiddetta “economia del sonno”, alimentata da un’ampia offerta di prodotti che aiutano a tracciare e a tenere sotto controllo la nostra qualità del sonno. Sul mercato si trova di tutto, dai   dispositivi indossabili che tengono traccia della qualità e della quantità del sonno alle fodere per materassi dotate di sensori in grado di regolare la temperatura del letto durante la notte per garantire un riposo ideale. E i datori di lavoro?  In questo 2024 c’è chi si aspetta che le aziende inizino a sovvenzionare l’acquisto di dispositivi per il monitoraggio del sonno per i loro dipendenti e a offrire l’accesso a specialisti del sonno come parte delle loro offerte di benessere. Del resto il numero di leader aziendali che riconoscono il peso emotivo, fisico ed economico di fare le notti in bianco per portare a termine il lavoro è in aumento, segno che anche la percezione del sonno nel mondo degli affari sta cambiando. Come scrive Arianna Huffington, CEO di Thrive Global, su LinkedIn: «Quando gli amministratori delegati del settore tecnologico si vantano di quanto, invece che di quanto poco, dormono, è un ottimo segno di come i tempi siano cambiati».   

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